.jpg?box=1140x500c)
La data di fabbricazione dello pneumatico è diventata una vera e propria ossessione. Infatti la caratteristica che un set di gomme deve necessariamente avere per la maggior parte degli utenti è che abbia un “DOT” il più recente possibile. Ma è veramente così determinate questo dato, tanto da indirizzare la nostra scelta?
Ma cosa è il DOT?
Partiamo con il dire che il DOT (acronimo di Department Of Transportation) è un codice alfanumerico per determinare la conformità di ogni pneumatico agli standard del dipartimento dei trasporti Statunitensi. Su questo argomento c’è sempre stata confusione alimentata da una diffusa disinformazione, visto che molti automobilisti confonde la data di fabbricazione delle gomme con la sigla DOT. Infatti sono due caratteristiche differenti sia sul lato tecnico che normativo, anche se contengono informazioni parzialmente comuni. La data di produzione degli pneumatici è una marcatura obbligatoria per la commercializzazione sul territorio europeo, mentre il DOT vero e proprio viene richiesto per il solo mercato USA.
La normativa attualmente in vigore e, precisamente, la Direttiva n. 92/23/CE nonché i Regolamenti ECE/ONU n. 30 (autovetture) n. 54 (veicoli commerciali) e n. 75 (motocicli), impone ai costruttori di riportare obbligatoriamente sul fianco degli pneumatici la data di fabbricazione della gomma. Le previsioni normative sono state concepite con l’intento di assicurare – anche nel comparto degli pneumatici – un efficiente “regime di tracciabilità” che permetta ai costruttori di poter risalire ad uno specifico lotto di produzione dello pneumatico, qualora presentasse difetti e/o anomalie dopo la sua immissione in commercio, ed essere in grado di effettuare eventuali campagne di richiamo del prodotto difettoso. Quindi si tratta di un dato più utile al costruttore che al consumatore finale.
Sia il DOT che la data di fabbricazione, sono impressi sulla spalla dello pneumatico. Il primo (obbligatorio solo per il mercato statunitense) è composto da un codice alfanumerico che va ad indicare il codice identificativo dello stabilimento di produzione, il codice identificativo della misura dello pneumatico, il codice identificativo del produttore e la data di fabbricazione; il secondo è composto da un numero di 4 cifre che ci va ad indicare la settimana e l’anno di produzione dello pneumatico.
Quindi è veramente così determinate che lo pneumatico abbia una data di fabbricazione così recente?
La risposta è NO. Sicuramente è un dato importante ma non determinate e di certo non ci dà la certezza che uno pneumatico di recente costruzione sia più performante di uno più “vecchio”. Infatti sono altre le caratteristiche che determinano la performance e l’affidabilità dello pneumatico, una su tutte è lo stoccaggio. Conservare gli pneumatici in modo idoneo è la condizione fondamentale per la loro longevità, tenere gli pneumatici esposti alle intemperie, raggi solari, umidità ecc. ne pregiudica notevolmente la qualità della mescola. Quindi se noi trovassimo uno pneumatico di produzione 2022 conservato in modo sbagliato avremmo un prodotto qualitativamente peggiore rispetto a uno di pari marca ma produzione 2020 stoccato secondo i corretti protocolli di conservazione.
In definitiva per stabilire la durata di uno pneumatico dobbiamo tenere in considerazione i seguenti elementi:
- Le condizioni di utilizzo: ovvero la combinazione tra stile di guida, tipologia di autovettura su cui vengono montati gli pneumatici, stato di manutenzione meccanica dell’auto, tipologia e stato delle strade che si percorrono;
- Lo stato di conservazione: che è strettamente correlato al corretto stoccaggio delle gomme nel rispetto dei parametri sopra analizzati. E con ciò si intende raggruppare tutti quei fattori che possono più o meno influire sui processi di invecchiamento dello pneumatico, ovvero: fonti di calore, temperatura, umidità, luce e raggi ultravioletti, contatto o vicinanza con altre sostanze quali ad esempio solventi, idrocarburi, olii e grassi, ecc.
- Il controllo periodico: l’automobilista dovrebbe controllare periodicamente (almeno una volta al mese) lo stato degli pneumatici, ovvero che non abbiamo segni visibili sulla superfice del battistrada e sulla spalla, che siano alla corretta pressione secondo la tabella riportata sul libretto di uso e manutenzione e che venga effettuata la regolare inversione almeno ogni 10.000 Km;
Ricordiamo in fine che secondo la legge italiana non esiste una data di scadenza o di limite di utilizzo degli pneumatici. Secondo le normative vigenti infatti gli pneumatici devono obbligatoriamente essere sostituiti quando il battistrada residuo è inferiore a 1,6 mm. Tuttavia noi consigliamo ai nostri clienti di sostituire gli pneumatici dopo un massimo di 6 anni di utilizzo, indipendentemente dallo stato e dallo spessore del battistrada. Inquanto riteniamo che la composizione della mescola e di conseguenza l’aderenza e le performance potrebbero essere compromesse e non assicurare più quegli standard che ci aspettiamo dai nostri pneumatici.